Che i computer siano diventati nel tempo sempre più piccoli e potenti è una ovvietà sotto gli occhi di tutti da anni. E allo stesso tempo le connessioni internet son sempre più veloci ed affidabili rendendo molto comodo affidare certe operazioni esternamente su data center dedicati.
Se ci si pensa già sta avvenendo da un po’ di tempo, senza che noi ce ne rendiamo conto, ogni volta che carichiamo un contenuto su una app o su un sito questo viene in qualche modo rielaborato e ottimizzato. E quel processo non è effettuato sfruttando la potenza di calcolo del nostro smartphone o computer ma è eseguito interamente da server in datacenter in giro per il mondo. Questo trend è in atto da anni e diventerà sempre più evidente nei prossimi anni. I vostri devices diventeranno dei bellissimi schermi connessi a internet e tutto il resto verrà delegato a potenti computer vicini o lontani.
Ma perché tutto ciò avvenga le connessioni internet devono per forza di cose diventare veloci, reattive e stabili ovunque noi ci troviamo, non ci deve essere il rischio di una pessima o nessuna connessione. Nelle grandi città la situazione è già quasi ottimale, è difficile rimanere a corto di connessione, c’è però un gap molto evidente, con molte parte d’Italia, mal servite e mal coperte. Si dovrà quindi lavorare molto su il cosiddetto “digital divide”, perché gli altri paesi si stan già muovendo in questa direzione e son molto più avanti. Siamo infatti trentaquattresimi nel mondo per quanto riguarda la velocità media della connessione internet: 6,5 Mb/s contro i 20 e passa della prima in classifica, la Corea del Sud [fonte wikipedia].
Quando questo gap sarà colmato e ovunque avremo una connessione affidabile disponibile bisognerà cominciare seriamente a pensare di scegliere un device per la sua leggerezza e portabilità più che per le sue performance a livello di prestazioni. Già molti produttori di portatili si stanno dirigendo in questa direzione. Un esempio recenti su tutti i Macbook 12 pollici, scarni fino all’osso, con poche porte e processori depotenziati per favorire un lungo utilizzo in mobilità. Purtroppo l’accoglienza non è stata delle migliori… un utente di oggi li vede come molto limitati appunto perché è uno sguardo al futuro che ci aspetta ma che non è ancora arrivato.
Parlando di futuro ci son comunque già delle soluzioni in questa direzione: ad esempio nel gaming e nella grafica. Nel gaming si stan affacciando al mercato soluzioni cloud: mi collego da remoto col mio portatile a un computer virtualizzato ad alte prestazioni e gioco sfruttando le loro risorse grafiche e computazionali. Nella grafica Adobe sta già commercializzando pacchetti light delle sue applicazioni che anche qui fanno il “lavoro sporco” su data center dedicati lasciando in pace i nostri poveri processori. Su grande scala è più facile ottimizzare le risorse e potenziare le macchine e successivamente vendere quelle prestazioni a terzi: Amazon Cloud ha costruito un impero sopra!
Nei prossimi anni quindi l’infrastruttura mobile e fissa dovrà essere spinta al massimo: ogni connessione dovrà essere gigabit per tutti i nostri dispositivi. Solo a quel punto potremo abbandonare i nostri amati computer e vivere davvero nel futuro.